Comacina: l’isola del Lago di Como

da | Giu 20, 2025 | Lago di Como

Tutti conoscono Como, le sue eleganti rive e i suoi borghi incastonati tra le colline e le acque del lago. Sono diventati icone internazionali, emblemi della dolce vita italiana che il mondo intero ammira e sogna. Ma c’è un posto di questo angolo di paradiso che ancora oggi sfugge ai riflettori del turismo di massa: l’Isola Comacina.

Piccola, solitaria, sospesa tra acqua e cielo, questa isola custodisce un fascino autentico, fatto di storia millenaria, affascinanti leggende e molti misteri. È un luogo che parla sottovoce, che non cerca la ribalta, ma che conquista chi sa ascoltarlo.

Mentre tutti corrono verso le mete più fotografate, noi scegliamo di fermarci dove la bellezza è discreta ma non per questo meno intensa. Il nostro è un invito a rallentare, a riscoprire il piacere della scoperta, a guardare dove gli altri ancora non hanno rivolto lo sguardo.

E se dentro di te vive uno spirito da esploratore, se ami immergerti in luoghi autentici, in selvagge avventure dove la natura regna incontaminata e ogni angolo è una scoperta… allora questa è l’isola che fa per te. Partiamo?

 

 

Isola di Comacina: dove si trova?

 

Nel cuore del ramo occidentale del Lago di Como, in corrispondenza del comune di Ossuccio, si trova un piccolo gioiello dal fascino antico e selvaggio: l’Isola Comacina, l’unica isola del lago. Nonostante la fama mondiale del Lago di Como, celebrato per le sue ville storiche, i borghi suggestivi e le acque incastonate tra le Alpi, l’Isola Comacina rimane una meta sorprendentemente tranquilla e poco affollata, lontana dai circuiti turistici di massa.

L’isola si estende per circa 600 metri in lunghezza e 200 in larghezza, affacciandosi sulle acque placide del Lario proprio di fronte al promontorio di Ossuccio, da cui è separata da un breve tratto navigabile. Facilmente raggiungibile in barca o con i taxi-boat che partono da vari punti del lago, la sua posizione strategica ne ha segnato il destino nei secoli: un tempo centro religioso e politico di grande rilevanza, oggi è un’oasi di silenzio e bellezza naturale.

L’Isola Comacina si distingue non solo per la sua unicità geografica – è infatti l’unica isola del Lago di Como – ma anche per il suo paesaggio incontaminato, ricco di vegetazione mediterranea, alberi secolari e scorci spettacolari sulle montagne e sui paesini rivieraschi. Il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli o dal fruscio delle fronde che danno vita a un’atmosfera quasi magica.

A differenza di altri luoghi molto frequentati del Lago di Como, l’Isola Comacina è ancora oggi una meta turistica poco affollata, scelta soprattutto da viaggiatori curiosi, amanti della natura e appassionati di storia. Qui non si trovano negozi o locali alla moda, ma solo un piccolo ristorante, una chiesetta romanica e i resti di antiche costruzioni medievali che raccontano un passato glorioso e tormentato.

Tra storia e leggenda

 

Isola Comacina sul Lago di Como L’Isola Comacina è caratterizzata da una storia poco conosciuta ma ricca di fascino, che attraversa l’età romana, il Medioevo e l’età moderna, lasciando tracce ancora visibili tra i suoi sentieri e ruderi.

L’importanza dell’isola affonda le radici nell’epoca romana, quando era probabilmente usata come avamposto militare e commerciale. La sua posizione protetta e dominante sul lago la rendeva un punto strategico per il controllo delle vie d’acqua e dei traffici. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti di edifici e monete, testimoni della presenza romana sull’isola e della sua precoce centralità nel territorio lariano.

È però tra il VI e il XII secolo che l’isola visse il suo periodo di massimo splendore: divenne un centro religioso e politico di grande rilievo, ospitando diverse chiese, monasteri e una comunità vivace legata ai poteri ecclesiastici e longobardi. Il complesso più importante era la basilica di Sant’Eufemia, costruita in stile romanico e considerata uno dei più grandi edifici sacri dell’epoca sul territorio comasco.

Durante il regno dei Longobardi e in seguito dei Franchi, l’isola fu un baluardo di fede cattolica e un rifugio per chi fuggiva dalle lotte politiche e religiose. La sua autonomia e la protezione della Chiesa la resero un piccolo stato indipendente, quasi un’isola nella storia oltre che nella geografia.

Il momento più drammatico della storia dell’isola avvenne nel 1169, quando l’esercito comasco, alleato con Federico Barbarossa, la rase al suolo come punizione per la sua fedeltà a Milano durante i conflitti tra le città-stato. Le chiese, le case, i monasteri vennero distrutti e l’isola cadde in un lungo silenzio. Da quel momento non fu mai più ricostruita completamente. Gli abitanti superstiti si rifugiarono sulla terraferma, fondando il borgo di Varenna e altre località vicine.

Per secoli, l’Isola Comacina rimase inabitata, coperta dalla vegetazione, testimone muta della sua storia perduta. Solo nel XIX e XX secolo tornò lentamente al centro dell’attenzione. Nel 1914 fu donata al re del Belgio da un patriota italiano e poi restituita simbolicamente al popolo italiano.

Nel 1939, grazie all’architetto Piero Lingeri, vennero costruite tre case razionaliste per artisti in residenza, parte di un progetto per fare dell’isola un centro di produzione culturale. Questo progetto è ancora attivo oggi, attraverso la “Fondazione Isola Comacina”, che ospita periodicamente artisti, scrittori e ricercatori.

 

La maledizione dell’isola

 

Come abbiamo avuto modo di scoprire fino ad ora, l’Isola Comacina è un luogo intriso di bellezza e silenzio, ma anche avvolto da un’aura di mistero che affonda le radici nella sua tragica distruzione del 1169. A seguito di quell’evento, si racconta che sull’isola sia stata lanciata una maledizione solenne, pronunciata dal vescovo Vidulfo di Como, il cui eco sembra aver accompagnato i secoli di abbandono e oblio che seguirono.

Secondo la tradizione, in seguito alla devastazione prodotta dalle truppe comasche, il vescovo Vidulfo di Como – figura religiosa e politica di grande autorità – scagliò una maledizione sull’isola, dichiarando che nessun uomo avrebbe mai più dovuto abitarvi stabilmente. La maledizione fu tanto potente quanto rispettata: nei secoli successivi, nessuno vi si insediò più in modo permanente. Anche quando la vegetazione riconquistò l’isola e i ruderi si trasformarono in rovine silenziose, l’Isola Comacina restò priva di vita stabile, come se quel giuramento fosse davvero riuscito a marchiarla per l’eternità.

Per oltre sette secoli, l’isola rimase deserta, abitata solo dalla natura e dalle memorie della vita che fu. Gli studiosi e i visitatori iniziarono a interessarsene solo tra Ottocento e Novecento, attratti dalla sua storia e dalla sua bellezza. Eppure, nessuno ha mai più vissuto sull’isola in modo continuativo e le poche costruzioni moderne sono destinate a soggiorni temporanei, quasi a rispettare il decreto di Vidulfo.

La leggenda della maledizione è diventata parte integrante dell’identità dell’isola, alimentando il fascino oscuro e romantico che ancora oggi l’avvolge. Anche chi non è superstizioso, fatica a ignorare l’atmosfera particolare che si respira camminando tra le rovine, tra il verde intenso della vegetazione e il blu profondo del lago.

 

 

Cosa vedere sull’isola

 

Isola di Comacina sul Lago di ComoIl modo migliore per scoprire l’isola è percorrere a piedi il sentiero ad anello che la circonda. La camminata è semplice e offre vedute spettacolari sul ramo occidentale del lago, sulle montagne circostanti e sui borghi rivieraschi come Ossuccio, Lenno e Sala Comacina. Il percorso è immerso nella natura, tra ulivi, cipressi e cespugli mediterranei, con silenzio assoluto interrotto solo dal fruscio del vento o dal canto degli uccelli. Un’esperienza che rigenera mente e spirito.

Prima ancora di salire sull’isola, è d’obbligo una tappa sulla terraferma, proprio di fronte, per visitare il Complesso di Santa Maria Maddalena di Ossuccio. La chiesa si riconosce per l’inconfondibile campanile romanico con guglia gotica. È uno degli edifici religiosi più iconici del lago e segna l’inizio della scoperta spirituale e storica della zona.

La passeggiata che parte da Ossuccio e porta all’imbarcadero per l’isola è una delle più scenografiche del Lago di Como: qui costeggerai uliveti e scorci lacustri incantevoli.

L’Isola Comacina è considerata uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia settentrionale. Gli scavi condotti dal XIX secolo in poi hanno portato alla luce resti di epoca romana, come fondamenta di edifici civili, frammenti di mosaici e oggetti ceramici. Questo conferma la presenza stabile e strategica dell’isola fin dall’antichità.

Oltre ai resti romani, si possono vedere le rovine delle sette chiese medievali, distrutte durante l’assalto del 1169. Tra queste spiccano:

  • i resti della basilica di Sant’Eufemia, una delle più grandi chiese romaniche del Lario;
  • i resti di San Giovanni Battista, dove ogni anno, il 24 giugno, si celebra la festa patronale con una suggestiva processione e spettacolo pirotecnico.

Un elemento poco noto ma affascinante è il complesso razionalista progettato dall’architetto Piero Lingeri negli anni ’30. Come accennato nei precedenti paragrafi, si tratta di tre case studio costruite per ospitare artisti in residenza: un connubio raro tra architettura moderna e paesaggio storico. Queste strutture rappresentano una parentesi unica nella storia dell’isola, simbolo della sua rinascita culturale nel Novecento. Anche se non sempre accessibili all’interno, meritano una visita per il loro valore simbolico e architettonico.

Non ci sono bar, alberghi o negozi sull’isola: solo natura, archeologia e silenzio. Questo la rende perfetta per una giornata fuori dal tempo, magari con un picnic all’ombra di un albero o una pausa sulle panchine panoramiche. Il silenzio qui è sacro: invita a rallentare, ad ascoltare il lago, a osservare i giochi di luce sull’acqua. Il periodo migliore per visitarla è da aprile a ottobre, quando la natura è rigogliosa e il clima mite.

 

 

Come raggiungere l’isola di Comacina?

 

Sebbene esistano battelli e taxi-boat pubblici, il modo più comodo, esclusivo e personalizzato per raggiungere l’isola è affidarsi ai tour privati di Lario Como Boat: un’opzione perfetta per chi desidera scoprire l’isola in totale relax, privacy e con una prospettiva unica, direttamente dal lago.

Primo passo: arriva a Ossuccio

Per raggiungere l’Isola Comacina, occorre prima dirigersi nella località di Ossuccio, un piccolo borgo affacciato sul lago, situato lungo la Strada Statale Regina (SS340), tra Lenno e Sala Comacina.

Come arrivare a Ossuccio:

  • In auto: facilmente raggiungibile da Como in circa 30-40 minuti. È possibile parcheggiare nei pressi del Santuario della Madonna del Soccorso o della chiesa di Santa Maria Maddalena.
  • In autobus: le linee extraurbane del servizio ASF Autolinee collegano Como e Menaggio ad Ossuccio.
  • In battello: alcune corse della Navigazione Laghi fanno tappa nei paesi limitrofi, come Lenno o Sala Comacina.

Secondo passo: imbarcarsi

Una volta arrivati a Ossuccio, è possibile raggiungere l’isola in circa 5 minuti di navigazione. Per chi desidera vivere un’esperienza autentica, intima e curata nei minimi dettagli, la scelta migliore è prenotare un tour con Lario Como Boat, un servizio esclusivo che permette di:

  • Raggiungere l’Isola Comacina con una barca privata, in tutta tranquillità e senza attese.
  • Godere del panorama da una prospettiva privilegiata, costeggiando ville, giardini e piccoli borghi nascosti.
  • Organizzare tour su misura, con tappe personalizzate, spiegazioni dedicate e la possibilità di combinare la visita all’isola con altre destinazioni lacustri.
  • Avere a bordo uno skipper esperto che conosce perfettamente la storia e i segreti del lago.

I tour sono disponibili su prenotazione, con partenza da diverse località del lago e possono includere anche aperitivi a bordo, momenti di relax ed escursioni culturali. È la soluzione ideale per chi cerca un’esperienza indimenticabile, autentica e lontana dal turismo di massa.

Altre opzioni:

  • Taxi-boat pubblici da Ossuccio: servizio stagionale attivo nei mesi primaverili ed estivi, con partenze frequenti dalla piccola darsena.
  • Battelli della Navigazione Lago di Como: alcune corse includono una fermata nei paesi vicini, ma l’accesso diretto all’isola è limitato.

I vantaggi di scegliere un tour personalizzato e un’imbarcazione a tua completa disposizione sono tanti, noi qui di seguito ti elenchiamo i principali: 

  • Nessuna attesa o affollamento
  • Itinerario personalizzabile
  • Esperienza rilassante e di charme
  • Perfetta per occasioni speciali (compleanni, anniversari, proposte romantiche)
  • Un modo esclusivo per ammirare l’isola dal lago, al tramonto o con luce dorata

Il percorso ideale? Detto fatto, eccolo qui: 

  1. Arriva a Ossuccio in auto, autobus o battello.
  2. Prenota il tuo tour privato con Lario Como Boat per vivere l’esperienza in modo personalizzato e senza stress.
  3. Naviga verso l’Isola Comacina e preparati a scoprire un luogo incantato, ricco di storia, natura e silenzio.

L’Isola Comacina non è solo una tappa: è una destinazione dell’anima e il viaggio per raggiungerla fa parte della magia. Scegli il modo più affascinante per viverla: scivolando dolcemente sulle acque di questo pezzo di paradiso con Lario Como Boat.

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